Punta del Rebbio o Bortelhorn – cresta sud-ovest da Berisal
cerca de Rosswald, Canton du Valais (Switzerland)
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Fotos de la ruta
Descripción del itinerario
La Punta del Rebbio o Bortelhorn (3193 m.), posta sul confine italo-svizzero, incombe dal lato italiano sulla conca dell’Alpe Veglia. È raggiungibile da ambi i versanti, ma in questo caso l’attacco alla cresta sud-ovest è stato raggiunto dal lato elvetico. L’itinerario percorre la normale che sale dalla Svizzera. Il percorso è inizialmente di tipo escursionistico, con un finale di facile alpinismo. Superato il Passo del Sempione, si scende circa 9 km. sino al tornante di Berisal (1524 m) e da lì si entra nella stradina sino ad un piccolo parcheggio dove si può lasciare l’auto.
Si percorre la sterrata e da subito si trovano i cartelli gialli con le mete raggiungibili, bisogna seguire le indicazioni per la Bortelhütten. Al bivio si segue la strada di destra che poi diventerà sentiero. Tagliando il bosco, il sentiero arriva nei pressi del torrente, dove un comodo ponticello sul Ganterbach consente di attraversare e portarsi sull’altro lato della Bortental. La traccia sempre evidente, con numerosi tornanti arriva al rifugio Bortelhütten a 2107 m. Ora bisogna seguire l’indicazione per il Bortellicke. Il sentiero sale a monte del rifugio, fino ad arrivare al bivio a quota 2240 m., dove un simpatico cartello indica di salire a sinistra tralasciando il sentiero per il lago Bortelsee. La traccia, sempre ben evidente e segnalata con numerosi e minuscoli “menhir”, sale attraversando il pascolo. Appena sopra ad un piccolo sbarramento sul torrente, gradualmente si entra nella pietraia. Esistono parecchie linee di ometti che indicano la direzione da seguire. In questo caso ho scelto una direzione centrale e più diretta, per superare la pietraia e le rocce montonate lasciate scoperte dal ghiacciaio durante il suo impressionante ritiro. Ad oggi non esiste neppure un piccolo nevaio, solo qualche residuo glacionevato ormai coperto quasi interamente da pietre. Tutte le linee di ometti comunque convergono in direzione della selletta sulla cresta sud-ovest. Arrivati sotto alla bastionata si vede la corda penzolante che facilita la salita, ma soprattutto poi la discesa.
Alla sella a 2987 m. appare la cresta, ripida ed a tratti esposta. Si risale aggirando qualche grosso masso; la via è molto evidente: qualche passaggio di 1° grado e, nei pressi di una crocetta, ci sono dei passaggi di 2° grado. Nelle vecchie relazioni di salita si fa accenno alla presenza in questo punto di una corda, che però non esiste più. Sono stati posti degli spit, sia in questo punto come in altri, che consentono di utilizzare la propria corda per la sicurezza, in modo particolare per disarrampicare. Questo passaggio può essere superato con attenzione stando più a destra e percorrendo alcune cenge. Ora in breve si arriva alla croce di vetta del Rebbio, ma il punto più alto è qualche decina di metri a ovest e si raggiunge molto facilmente. Per il rientro lo stesso della salita, ma in discesa, lungo la pietraia, ho seguito una linea di ometti diversa stando più a destra. Ritornati al rifugio si rientra seguendo le indicazioni per Berisal.
È consigliato avere con sé la corda.
Si percorre la sterrata e da subito si trovano i cartelli gialli con le mete raggiungibili, bisogna seguire le indicazioni per la Bortelhütten. Al bivio si segue la strada di destra che poi diventerà sentiero. Tagliando il bosco, il sentiero arriva nei pressi del torrente, dove un comodo ponticello sul Ganterbach consente di attraversare e portarsi sull’altro lato della Bortental. La traccia sempre evidente, con numerosi tornanti arriva al rifugio Bortelhütten a 2107 m. Ora bisogna seguire l’indicazione per il Bortellicke. Il sentiero sale a monte del rifugio, fino ad arrivare al bivio a quota 2240 m., dove un simpatico cartello indica di salire a sinistra tralasciando il sentiero per il lago Bortelsee. La traccia, sempre ben evidente e segnalata con numerosi e minuscoli “menhir”, sale attraversando il pascolo. Appena sopra ad un piccolo sbarramento sul torrente, gradualmente si entra nella pietraia. Esistono parecchie linee di ometti che indicano la direzione da seguire. In questo caso ho scelto una direzione centrale e più diretta, per superare la pietraia e le rocce montonate lasciate scoperte dal ghiacciaio durante il suo impressionante ritiro. Ad oggi non esiste neppure un piccolo nevaio, solo qualche residuo glacionevato ormai coperto quasi interamente da pietre. Tutte le linee di ometti comunque convergono in direzione della selletta sulla cresta sud-ovest. Arrivati sotto alla bastionata si vede la corda penzolante che facilita la salita, ma soprattutto poi la discesa.
Alla sella a 2987 m. appare la cresta, ripida ed a tratti esposta. Si risale aggirando qualche grosso masso; la via è molto evidente: qualche passaggio di 1° grado e, nei pressi di una crocetta, ci sono dei passaggi di 2° grado. Nelle vecchie relazioni di salita si fa accenno alla presenza in questo punto di una corda, che però non esiste più. Sono stati posti degli spit, sia in questo punto come in altri, che consentono di utilizzare la propria corda per la sicurezza, in modo particolare per disarrampicare. Questo passaggio può essere superato con attenzione stando più a destra e percorrendo alcune cenge. Ora in breve si arriva alla croce di vetta del Rebbio, ma il punto più alto è qualche decina di metri a ovest e si raggiunge molto facilmente. Per il rientro lo stesso della salita, ma in discesa, lungo la pietraia, ho seguito una linea di ometti diversa stando più a destra. Ritornati al rifugio si rientra seguendo le indicazioni per Berisal.
È consigliato avere con sé la corda.
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